• Restauro e ristrutturazione del complesso teresiano di Maso Spilzi con destinazione a museo etnografico

    F.Collotti con R.Zanotti
    Costa di Folgaria, Trento 1985-1997

    Il complesso di Maso Spilzi è una struttura agricola teresiana fatta di addizioni, manomissioni, pentimenti e cambi d’uso: fino in epoca recente impiegato come fienile e deposito, ha nel tempo riparato e ospitato profughi e soldati di antichi Stati europei ormai scomparsi. Il suo fascino è ancora oggi in un certo disordine che rende difficile individuare gerarchie, epoche, stratigrafie.

    La struttura fa perno intorno al grande locale all’aperto costituito dalla corte centrale. Su questa affaccia il nuovo scalone di progetto che distribuisce differenti livelli dei piani, ciascuno sfalsato rispetto a quelli del corpo di fabbrica adiacente (una lunga storia di addizioni e di proprietà diverse, appunto…). Il vasto fienile pilastrato viene destinato a mostre temporanee ed allestito con una struttura lignea leggera e traforata cui si accompagna una nuova lenta e pesante scala in lastre di pietra.

    Il progetto insegue l’originaria complessità e un rapporto col terreno circostante fatto di molteplici eventi (ponte, passaggi imprevisti, sottoportici). Programma culturale del museo e programma edilizio si intersecano: un’unica sequenza di sale monumentali voltate a crociera ospita le collezioni permamenti (riordino delle aperture e del fronte), le stanze più piccole ricostruiscono gli ambiti della vita quotidiana legati al mondo domestico. Con pochi artifici gli oggetti saranno esposti: su un piccolo basamento simile ad un tappeto oppure appena incorniciati da un telaio leggero che trattenga l’attenzione del visitatore senza prevaricarla.

  • Restoration and renovation of the Teresiano complex of Maso Spilzi into an ethnographic museum

    F.Collotti with R.Zanotti
    Costa di Folgaria, Trento 1985-1997

    The complex of Maso Spilzi is aTeresian agricultural structure made up of additions, alterations, repentance and change of use. Until recently used as a hay barn and deposit, in its time it also sheltered and protected refugees and soldiers from ancient European states that have long since disappeared. Its charm is in a certain untidiness that makes it difficult to pinpoint heirarchies, eras or stratigraphies. The structure surrounds a large open air courtyard. The project’s grand staircase looks out over this as it divides the different staggered floors, (caused by the long history of alterations and change of ownership…). The vast, pillared hay barn will become home to temporary exhibitions and will have a light, openwork, wooden structure with a new, slow and heavy staircase in stone slabs. The project follows on from the original complexity and its relationship with the surrounding land and its events. The cultural programme of the museum and that of the project intertwine: a flowing sequence of cross-vaulted, monumental rooms hosts the permanent collections;  the smaller rooms reconstruct the daily domestic life of the house. The objects will be exhibited with little contrivance on rug-like bases or lightly framed to catch the attention of the visitor without going overboard.