Clients / Comune di Peschiera Borromeo

  • Coperto polifunzionale a Peschiera Borromeo, Milano

    F.Collotti con F.Ravara
    Milano 1995-2003

    Un broletto, figura antica tra città e campagna.
    Un grande tetto sotto il quale la gente forse amerà chiacchierare, vendere, comprare, discutere, prender parte alla vita della comunità.
    Grandi tetti e grandi ombre, sequenze di pilastri, toni caldi, una certa durezza funzionale, non leziosa, ottenuta badando alla materia, all’effetto complessivo dei corpi più che al loro dettaglio.
    All’esterno un volume unitario, finito con un intonaco in pasta denso e corposo trovato in tante cascine nei pressi.
    All’interno giallo caldo e blu che si corrono dietro, nelle tonalità dei Moderni, a seguire il nastro di una rampa che accompagna il volume a tutt’altezza fino alla sala voltata dal tetto: al contempo distribuzione e percorso espositivo.
    Non spazio urbano lastricato e circondato da facciate, tutto pieno e definito, ma misura da campagna, dimensione di cascina nel rapporto tra spazi liberi, definiti in distanza da un costruito basso, disteso, non opprimente, seduto sulla terra con la pacatezza che contraddistingue questi luoghi.
    E a lato del costruito definire e misurare lo spazio libero con un filare di tigli e piccoli movimenti di terra quasi a dar luogo ad un argine: gesto al contempo forte e minimale, forte perché qui gli alberi sono come architetture, filari organizzati, piantati con cura e regolarità, disposti a far massa, minimale perché mossi dal vento, continuamente cangianti, rarefatti d’inverno, ombrosi d’estate.
    Ecco cosa abbiamo imparato da questa terra di pianura, osservando e misurando le cascine, traguardando distanze tra grandi corpi e grandi vuoti, cercando ci cogliere la necessità delle forme originarie anziché gli stili passeggeri.

     

  • Community Centre at Peschiera Borromeo, Milan

    F.Collotti with F.Ravara
    Milan 1995-2003

    A great roof under which people may love to chat, buy, sell, discuss, take part in the life of the community. Great roofs and great shadows, a sequence of pillars, warm tones, a certain hard almost ungracious functionality obtained by the use of materials. From the outside one unified piece, with a dense and full plasterwork finish found in many farmhouses in this area. The interior is a warm yellow and blue which play together in modern tones, flowing up the ramp that brings them high up to the room embraced by the roof. Not a paved urban space, surrounded by facades, full and defined, but a countryside feeling, with farmhouse dimensions in its rapport between open spaces. Defined from a distance as a low lying building, not overbearing, sitting on the land with the calmness which defines these areas. Beside the building, to define the open space, lines of lime trees and small movements of earth to create a kind of embankment; minimal yet strong lines. Strong because here the trees are architecture, organised lines, planted with order and regularity, giving mass. Minimal because they bow in the wind, continuously changing, thin in winter, shady in summer. This is what we have learned from these plains, observing and assessing the farmhouses, evaluating the distances between great masses and great open spaces, looking to take in the necessities from the original forms and not of those passing trends.